La startup di sensori che sfida lo scetticismo con la tecnologia Terahertz

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Matt Carey, CEO della startup Teradar con sede a Boston, vive di incredulità. Quando potenziali investitori o partner gli dicono “Non ti credo”, lo considera un successo, proprio dove vuole che siano.

Perché? Perché Teradar non sta costruendo solo un altro sensore. Stanno sviluppando un dispositivo a stato solido che opera nella banda dei terahertz dello spettro elettromagnetico, occupando lo spazio tra le microonde e la luce infrarossa. Ciò consente alla loro tecnologia di combinare i punti di forza sia del radar che del lidar, offrendo capacità di rilevamento a lungo raggio simili al radar ma con i dettagli ad alta risoluzione offerti dai sistemi lidar basati su laser: un’impresa mai vista prima su questa scala.

Questa combinazione apparentemente impossibile genera comprensibilmente scetticismo. Un sensore può davvero raggiungere tutto questo? Carey lo riconosce, spesso contrastando i dubbi con dimostrazioni dal vivo. Uno memorabile si è svolto l’anno scorso al CES di Las Vegas. Stando fuori dal Westgate Hotel, Carey ha puntato una prima versione del sensore Teradar verso la folla, dimostrando la sua capacità di analizzare e differenziare istantaneamente gli individui all’interno della folla, come hanno osservato i rappresentanti delle principali case automobilistiche.

Queste dimostrazioni si sono dimostrate sufficientemente convincenti da garantire un round di finanziamento di serie B da 150 milioni di dollari guidato da Capricorn Investment Group, il braccio di venture capital di Lockheed Martin, IBEX Investors (focalizzato sulla mobilità) e VXI Capital, un nuovo fondo specializzato in tecnologia di difesa sostenuto dall’ex CTO dell’unità militare statunitense per l’innovazione della difesa.

Teradar sta già lavorando con cinque importanti case automobilistiche sia degli Stati Uniti che dell’Europa per convalidare la loro tecnologia e mira a concludere un contratto per collocare i suoi sensori all’interno di un veicolo modello 2028, che richiederà la disponibilità alla produzione entro il 2027. L’azienda sta inoltre collaborando con tre fornitori di primo livello per la produzione.

L’obiettivo immediato è dotare i veicoli delle case automobilistiche dei sensori Teradar per sistemi avanzati di assistenza alla guida e persino capacità di guida autonoma. Il “motore terahertz modulare” di Teradar – come è formalmente noto il sensore – può essere adattato a diverse applicazioni, e Carey sottolinea la sua convenienza, fissando un prezzo a metà tra le attuali soluzioni radar e lidar (poche centinaia di dollari anziché migliaia). Questa accessibilità è fondamentale per un’adozione diffusa, un punto sottolineato da Carey quando afferma che collegare un lidar da $ 1.000 alla sua Ford Focus quotidiana non è fattibile.

Questa ambiziosa impresa è stata innescata da una tragedia personale. Carey racconta di aver avuto l’ispirazione di avviare Teradar dopo che un amico morì in un incidente stradale in cui la tecnologia dei sensori esistente, ostacolata dalla luce solare e dalla nebbia, non riusciva a fornire una visibilità sufficiente. Questo incidente, unito all’interesse preesistente di Carey per la tecnologia dei veicoli autonomi mentre lavorava per una casa automobilistica, lo ha portato a entrare in contatto con Gregory Charvat, CTO della società di sensori spaziali Humatics.

Charvat ha condiviso il suo desiderio di lunga data di creare immagini utilizzando le frequenze terahertz e insieme hanno lanciato Teradar con l’incubatore no-profit del MIT The Engine a guidare il loro giro di avviamento. Sebbene la tecnologia di Teradar abbia un potenziale per altri settori come la difesa (come dimostrato dai suoi investitori di alto profilo), la società è attualmente focalizzata sulle applicazioni automobilistiche.

Il campo della tecnologia terahertz non è nuovo; ci sono state ricerche accademiche e precedenti tentativi commerciali, ma principalmente in contesti industriali o di sicurezza. Carey ritiene che le recenti scoperte nella tecnologia del silicio combinate con un team di esperti dedicati – tra cui il co-fondatore Nick Saiz, che Carey definisce “il miglior progettista di chip terahertz al mondo” – abbiano portato Teradar in prima linea.

Conquistare gli scettici e garantire risorse cruciali alle case automobilistiche non è stata un’impresa facile. Come spiega Carey, è necessario uno sforzo significativo per attirare la loro attenzione, garantire finanziamenti e accedere a tempo prezioso per i test. Ciò rappresenta un’importante conferma per la tecnologia di Teradar, dimostrando che i giganti del settore ora ne vedono il potenziale e gli credono.